La Pantofola-Bambola

La Pantofola-Bambola

Un prodotto adatto

Episodi

- Ora che c’è il nome, - esordì Mariella - ci vuole il prodotto. -

 

La guardai. Era circondata da una pila di libri di fiabe, orsetti e bambole di stoffa in stile ottocentesco. Andò avanti:

 

- Una pantofola a forma di bambola mi sembra perfetta per Lelli Kelly. Le bambole col viso di stoffa, come le facevano una volta, stanno tornando di moda, sono rare e al momento si vendono solo nelle cartolerie. -

 

Mi convinse subito. Pareva proprio il prodotto giusto per il debutto di Lelli Kelly.

 

Andare incontro ai gusti delle bambine, diversi da quelli dei maschietti, e da quelli degli adulti, stava orientando la bussola. Si mise all’opera lavorando su pizzi, merletti e tessuti patchwork. Dopo alcune settimane, quando arrivò dal laboratorio un primo prototipo, fu chiaro che sarebbe stato un best seller.

 

La pantofola-bambola era talmente innovativa, e ben riuscita, da meritare una speciale presentazione alla clientela. Nonostante che il budget a disposizione non lo permettesse, strinsi i denti e detti il via all’organizzazione di una convention.

 

Ci voleva una località esotica ma non troppo costosa e la scelta ricadde sul club Valtur di Agadir, in Marocco. Vennero spediti gli inviti. Nessuno rifiutò. L’idea di farsi una settimana di vacanza a spese di un fornitore, in questo caso io, si dimostrò un richiamo irresistibile e il budget, già scricchiolante, s’inclinò come una nave alla deriva. Ma ormai il dado era stato lanciato.

 

Passarono alcuni mesi finché un variopinto gruppone di italiani atterrò ad Agadir. Avevano un compito importante: credere in quella innovativa pantofola dal viso di stoffa, gli occhi ricamati e le trecce nere o bionde, a seconda dei colori del vestitino.

 

Il primo giorno era dedicato al riposo, il secondo alla convention, i rimanenti alla vacanza e alla stesura degli ordinativi. Il mattino del secondo giorno, prima dell’inizio della convention, accaddero due fatti di notevole interesse.

 

Il primo fu uno scivolone a bordo piscina, seguito da un volo di un paio di metri con un atterraggio sul mento a braccia spalancate, talmente spettacolare da sollevare un’ovazione fra i presenti. Il malcapitato, uno dei nostri agenti, uomo molto formale e tutto d’un pezzo, aveva inciampato in uno dei lettini prendisole. Si rialzò con un guizzo, raccattò gli occhiali e senza guardarsi indietro guadagnò in fretta l’ingresso della sala conferenze.

 

Il secondo, di natura più tecnica, fu la scoperta di un imboscato fra le nostre fila. I rumors riguardanti l’imminente presentazione della pantofola-bambola avevano spinto uno dei grandi produttori italiani a dare un’occhiata, facendo infiltrare un proprio incaricato nella comitiva.

 

La cosa si era svolta con la complicità di uno dei nostri clienti, ma, poco prima dell’inizio della presentazione, più o meno nel momento in cui dall’altra parte della piscina il protagonista del capitombolo stava raccattando gli occhiali, il cliente-complice non resse alla tensione e confessò tutto, impedendo l’ingresso all’imboscato.

 

Da lì a poco la nuova collezione, con la pantofola-bambola in prima linea, suscitò l’entusiasmo generale e tutti la acquistarono a man bassa, finché si raggiunse un quantitativo veramente considerevole.

 

Era il febbraio del ‘92.

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